Pedalare fra le citta' del tardo Barocco Ragusano
......sulle tracce di Montalbano
Perdersi fra i meandri della Storia riscoprendo le suggestioni di una natura selvaggia, in una terra incantevole ma
poco generosa, la Sicilia zattera delle genti, è stato questo l’obiettivo dei
circa duecento partecipanti al tradizionale cicloraduno nazionale della Federazione
Italiana Amici della Bicicletta (Fiab), giunto alla XXVI edizione.
Il percorso
si snodava lungo una delle vie della rete
BICITALIA, sulle diramazioni della Ciclopista del Sole, la celebre Eurovelo
7, che si interseca con la ciclovia siculo-maltese "Med in Bike”, scaturita dal
progetto di cooperazione transfrontaliera Italia –Malta.
Sferzate di
vento agitavano il mare diffondendo un acre odore salmastro addolcito dal profumo degli ispidi cactus,
accompagnando noi soci Fiab, giunti da tutta Italia per inneggiare alla
felicità di pedalare insieme, fondendo
bizzarri idiomi e frammenti di,
gaudenti o sofferte,ciclo esperienze.
a Braccetto, poi una borgata e i ruderi di
Agglomerati
di grigie abitazioni arroccate su cime montuose, dislocate secondo semicerchi
concentrici si osservavano allorchè ci si catapultava in sella alle sofisticate
bici, giù dai pendii a rottadicollo o allungando la gamba per attenuare la
velocità del mezzo, come faceva pavidamente la sottoscritta. Lo sguardo
scorreva vorticosamente dall'asfalto , ispezionato per dosare l'effetto della
curvatura o della prudente decelerazione, a quel cumulo di laterizi con
tettucci e finestrelle, minuscole come
gli occhi semisocchiusi di un bimbo infastidito dal chiarore di un luce che gli
preclude il benefico rifugio della dimensione onirica che lo pervade.
A Ibla una sosta al Duomo di San Giorgio,
alla Chiesa di San Giuseppe e al Circolo di conversazione per poi dirigersi
sulla strada che costeggia la valle
dell’Irminio. Lo sguardo smarrito e interrogativo dei vecchi seduti dinanzi
agli usci di casa o ai bar fanno intuire che siano veramente rare le occasioni di benefiche contaminazioni da parte dei cosiddetti forestieri . Si suda
parecchio per raggiungere Modica ma ne vale la pena, la città natale del Premio Nobel Salvatore Quasimodo, da Corso Umberto
ci si dirige verso il Palazzo
comunale,
la chiesa di San Pietro e il Duomo di San Giorgio, monumento simbolo del
barocco siciliano, il quartiere ebreo del “Cartellone”. Una sensazione di pace
mista a estatico stupore per quell’imponenza, scatti fotografici a non finire e
una corsa veloce all’Antica Dolceria Bonajuto, la più antica fabbrica del
cioccolato modicano.
Da Modica
percorrendo in discesa la”strada della fiumara” si arriva a Scicli, in via
Mormino Penna si rimane ad ammirare la ricchezza dei palazzi barocchi che vi si
affacciano, come Il Palazzo Beneventano e il palazzo comunale,
location del sopracitato commissario Montalbano. Si saltella
a piedi su e giù per scalinatelle, perdendo lo sguardo su inferriate e raccapriccianti teste di animali in pietra
sotto ai balconi, fra strette viuzze
laterali che sembrano meandri di un surreale labirinto che avvolge magicamente
come la vista delle molteplici casette
con gialle lucine, di un ritrovato presepe, sul colle antistante.
Nei pressi
di Santa Croce Camerina una lunga
salita, ma non eccessivamente impegnativa, porta al castello di Donnafugata ,
una sontuosa dimora nobiliare, con una bella facciata ornata da una belle
loggia in stile gotico-veneziano con 122
stanze,pare dovuta ai Chiaromonte, conti di Modica nel XIV secolo.E’
un’altra celebre location cara al
Commissario, avendo ospitato la residenza del boss mafioso Balduccio Sinagra.
Un'altra
meta raggiunta è stata l'antica Fornace Penna, maestosa testimonianza della
vecchia industria siciliana, che si erge a picco sugli scogli alla fine della
ciclabile che da Sampieri conduce a
Marina di Modica. La "Mannara"cinematografica
di Montalbano, area selvaggia di pascolo delle greggi ,smossa dal forte vento
di ponente.
Un vento
che nei primi giorni sembrava perseguitare noi cicloturisti, quasi a volerci punire per la violenta intrusione in
quella terra rimasta ferma a ritmi arcaici e poco consoni al turismo modaiolo,
ma che poi è divenuto sempre più tenue, come una carezza leggera sulle nostra
fronte imperlata di sudore, sugli
intensi battiti del nostro cuore, denso
di emozioni e di immensa felicità per quel fantastico viaggio compiuto nella
Storia, e nella natura incontaminata ,del punto più estremo
dell'Europa.
Giuseppina Serafino
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