
Una speciale edizione dell'
Italia Beer Festival Pub- Edition, questa di novembre, presso l’
East
End Studios (Spazio Antologico) via Mecenate a Milano, prima
di quella tradizionale di marzo 2015, che festeggerà il suo decimo compleanno.
Si tratta di una mostra itinerante, tesa alla promozione della birra
artigianale e di qualità, con i più quotati gestori di pub, ovvero publican, circa 27 provenienti da
tutta Italia, che si adoperano per farla
conoscere secondo aspetti differenti . Particolarmente apprezzati sono i
laboratori , curata dall’Associazione degustatori Birra che collabora all’organizzazione del festival, ideato da Paolo Polli , e lo spazio food, con
cibi da abbinare alla birra, tra cui cucina indiana, kebap, pesce crudo o piadina. Nel corso di queste lezioni si apprende che le
birre artigianali vengono prodotte con materie prime di qualità e che non
vengono né pastorizzate né filtrate, cosa che avviene invece nelle birre
industriali, per le quali non sempre vengono usate materie prime di qualità,
tipo il mais. La schiuma non è espediente del publican per servire meno birra,
essa ha due funzioni: l’espulsione di anidride carbonica in eccesso, permette
di servire la birra ad una carbonatazione inferiore che esalta gusto ed aromi, evitando una precoce sensazione di gonfiore.
Inoltre, il “cappello” che si viene a creare, protegge la bevanda dall’aria, a
contatto con la quale la birra rischia
di ossidarsi, vedendo compromessi i suoi aromi originari con sentori poco
gradevoli. In passato i birrifici nascevano vicino alle migliori sorgenti
d’acqua poiché essa è l’ingrediente principale della birra, che costituisce il
90% del prodotto. Gli altri elementi fondamentali sono il malto d’orzo, il lievito e
il luppolo. Quest’ultimo è una pianta
rampicante utilizzata in origine con funzioni conservanti, esso conferisce il
gusto amaro, ma anche aroma, con sentori che possono essere erbacei, speziati,
terrosi, agrumati, di frutta tropicale, resinosi.Il lievito è un fungo che trasforma gli zuccheri semplici del malto in
alcol e anidride carbonica, se è ad alta fermentazione (che lavora intorno ai
20%), si declina in diverse varietà che vanno a creare le tipologie belghe ed
inglesi. Il lievito, a bassa fermentazione, che lavora fra i 4% e i 15% C, è
tipico degli stili tedeschi e cechi che formano la famiglia delle lager.Si
scopre che la birra “Doppio malto”
non esiste, poiché si tratta solo di un termine fiscale, infatti la legge
italiana divide le birre, in base al grado zuccherino del mosto prima della
fermentazione, in 5 classi fiscali: analcolica, leggera, normale, speciale,
doppio malto. A seconda della classificazione, vengono imposte diverse tasse,
ovvero “accise”, di produzione. Curiosi alcuni nomi di birrifici presenti alla
kermesse: la “Locanda del Monaco Felice”, “Il porco” ,“Ma che siete venuti a
fa” (de Roma), “Vaffalluppolo”, così come molti dei personaggi, spesso
alternativi, e le atmosfere rarefatte di un variegato mondo che l’Italia Beer Festival consente
di accostare.

Giuseppina Serafino
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