Sapori autunnali sui Navigli milanesi


Scampoli d'estate
che sbeffeggiano con un ritrovato vigore climatico, la mitezza di un tepore
autunnale che stenta a prendere piede. Si pedala partendo dalla graziosa chiesa
di San Cristoforo sul Naviglio Grande, alle porte di Milano, incontrando frotte
di runners e ciclisti che si allenano in plen air. Si stenta a credere, lungo
il percorso che porta a Corsico, al fascino della antiche osterie, contraddiste
dal buffo idioma meneghino, osservando
la miriade di strutture abitative dai canoni architettonici di dubbio
gusto. Lo sguardo si perde alla ricerca di familiari schegge di antica
milanesità che si ritrova dopo Trezzano e Gaggiano, con cascine che vengono
preannunciate dall'inconfondibile odore di stallatico. Incantevoli gli scorci
panoramici che si ammirano sui ponti intorno a Cassinetta di Lugagnano e,
ancora di più allorchè, grazie a innumerevoli giri di pedale, si giunge ad
Abbiategrasso. Dopo avere udito sfrecciare le automobili sulla strada laterale,
si sente la profondissima quiete che aleggia nei parchi della ville nobiliari,
impreziosite da statue e salici piangenti che si adagiano tristemente sulla
melma verdastra del sottostante canale. Un'aria immobile è rotta da un
gradevole cinguettio e dal rintocco delle campane dei vicini campanili, che si
ergono a mute sentinelle di un dolce paesaggio campestre. Così come quei pazienti filari di alberi che vorrebbero
preservare il bucolico territorio
dalla massiccia intrusione di cicloturisti
domenicali, che si appropriano di sensazioni molteplici fra rogge e marcite.
Quando il sudore imperla la fronte e si avverte l'intorpedimento delle mani che
stringono il manubrio, si giunge a Robecco su Naviglio, nei pressi di Magenta,
dove gli amici di Ciclobby incontrano i soci dell'Associazione "Leonardo
in bici" per condividere il pranzo a base di cassoeula e barbera,
consumato sotto i tendoni adiacenti alla Chiesa di san Giovanni Battista.
Impagabile il gusto di quel piatto tipico ma soprattutto, gli intensi sapori percepiti lungo il percorso intriso di
calde tonalità cromatiche, sferzate solo dal passaggio di nugoli di rondini
che, intorno a un piccolo camposanto nella campagna, rammentano stormi di
uccelli neri come esuli pensieri nel vespero migrar", di carducciana
memoria. Un monito, o soltanto il fugace presentimento della limitatezza del
desiderio di fondersi, sia pure in sella a una bici,con le "divine"
suggestioni autunnali dell'amato Naviglio milanese.
Giuseppina Serafino
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