


Molteplici
sono i riti e le usanze che si tramandano nel modo di festeggiare il Natale con
il pranzo o la cena della Vigilia. Quest’ultima si configura come attesa e
transito verso il mistero che entra nella storia dell’umanità e, nel mondo
occidentale, la valenza simbolica ha assunto una connotazione festosa con
scambio di regali allo scoccare della mezzanotte. I piatti della tradizione,
sulla base del precetto liturgico, del
digiuno o dell’astensione dal consumo di carne, prevedono piatti a base di
ortaggi o prodotti ittici. Una particolare predilezione è quella dell’anguilla,
diffusa in tutti i corsi d’acqua e quindi facilmente reperibile. Il pranzo di
Natale, teso a celebrare valori universalmente condivisi, deve essere ricco ed
abbondante, a seconda delle regione d’appartenenza: capitone, tacchini o
capponi, la fanno da padroni. Uno spaccato della vulgata popolare è quello messo in scena da Eduardo De Filippo, in
“Natale in casa Cupiello”. Presso la Biblioteca Sormani di Milano è stata
allestita un suggestiva mostra, realizzata in collaborazione con l’AssociazioneCulturale Famiglia Meneghina-Società del Giardino “Il Pranzo di Natale. Tavole
in festa”. Essa tende a ricostruire i rituali tramite volumi per l’infanzia,
testi della narrativa mondiale, immagini tratte da riviste di fine Ottocento e
del primo Novecento che riproducono momenti conviviali in differenti contesti
storico sociali: campi di guerra, ambienti nobiliari o interni connotati da miseria e povertà. In
tutti si nota l’affannosa ricerca di una ritualità che suggelli l’evento che ci
si accinge a celebrare: candelabri o semplici lanterne, sontuosi addobbi o più
naturali corone di vischio, tovaglie ricamate e piatti decorati o, con molta
fantasia, tutto ciò che un ambiente rurale poteva fornire, dalla frutta secca
al legno sapientemente intarsiato. Grazie ai curatori di questa bella raccolta
di materiale d’epoca è stato possibile recuperare, in maniera estremamente coinvolgente,
alcuni dei molteplici significati
sottesi alla più importante festa del mondo cristiano.


Ecco! È giunta la festa più gioiosa!
Tutti siano allegri;
ogni stanza è adorna di foglie di edera,
e ogni colonna di agrifoglio.
I camini dei vicini fumano,
i ceppi di Natale ardono,
i forni traboccano di carni arrostite
e gli spiedi girano.
Il dolore resti fuori dalla porta;
e se il freddo lo fa crepare,
verrà sepolto nella torta di Natale e saremo per sempre felici.
(Juvenilia
George Wither, 1626)
Giuseppina Serafino
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