
Dopo i tanti concerti, sacri e gospel , che hanno fatto da preludio
alle celebrazioni natalizie, il nuovo anno viene tradizionalmente accolto con
le solenni musiche dei valzer viennesi e
delle gioiose bande cittadine.

La mattina
di Capodanno, alcune delle più celebri, fra le quali quella
Civica, dei
Martinitt, di
Crescenzago e
d’Affori, salutano i
milanesi e il sindaco, nel cortile di
Palazzo Marino, in un’atmosfera connotata da austera allegria; nel pomeriggio
presso la
Palazzina Liberty, di Largo Marinai d’Italia, vengono riproposte le
celebri arie che hanno impreziosito i balli delle residenze nobiliari
d’Oltrealpe. Ci sono anche corali che si recano in strutture caritative o Case
di riposo per intrattenere gli ospiti, restituendo loro il calore delle feste e
della condivisione emotiva. E’ quello che accade al
Coro Ensemble 96, un gruppo di attempati appassionati del Bel canto, che hanno trovato il modo di alleviare le sofferenze altrui e forse anche le proprie, con il sublime effluvio della musica, presso
la Casa dellaCarità di Don Virginio Colmegna , o
Villa Cenacolo, a Lentate.
Quest’anno,
il maestro Maurizio Bigatti, ha pensato di onorare le radici lombarde, alle soglie di
Expo, con brani di forte suggestione per coloro che si accingono a ripercorrere
un viaggio nei ricordi: “Innamorati a
Milano” ,“Porta Romana bella”, “Barbera e Champagne”,“O mia cara Lombardia”,
“O mia bela Madunina”. Quando bastava poco per sentirsi felici, perdendosi
magari nella coltre di nebbia , rasserenati dalla gioia degli affetti e dal
cibo gustoso di una tipica osteria.


Straordinaria
la sensazione di appagamento allorchè cantando,
si notano cenni di coinvolgimento in quei visi
segnati dal tempo, quasi fosse
una rugiada ristoratrice su un terreno riarso dalla calura estiva. Si intravvedono i sorrisi di coloro che paiono
smarriti, come bimbi alla ricerca di una
rassicurante carezza, così come può essere quella che si sprigiona dalle
dolcissime note di una semplice canzone.
Lo sguardo
si perde al di là delle ampie vetrate del bellissimo salone, nel parco fra gli
alberi secolari, alla ricerca di una realtà diversa, per ritrovare qualcuna delle atmosfere di
gioventù e per riassaporare i bei
momenti vissuti , magari con qualche lacrima che riga il viso, come un
ringraziamento a quei divertenti “cantori” che hanno saputo
trasmettere, magicamente, chissà come,
un benefico omaggio alla milanesità ed un
nostalgico inno alla vita.
… Vorrei
tornare indietro per un momento
ma
il tempo non mi lascia
corre lontano!
Giuseppina Serafino
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