Olio Officina Food Festival




per il corpo e lo spirito. Il ricco programma della kermesse si è snodato in un percorso sensuale e coinvolgente per parlare di cibo, pensiero, storia, gastronomia, paesaggio e benessere. Misteriose, è stato detto, sono alcune alchimie di profumi che fuoriescono dal mix di oli e aromi e la magia del vapore che nasconde, come l’eros, una forza primordiale che modifica la struttura degli alimenti. Particolarmente apprezzata la raccolta “Eros nel chiostro”, grandi xilografie realizzate da quattordici artisti che interpretano il rapporto tra eros e olio. Fitto anche il calendario d’incontri in cui si dibatteva di olio, paesaggio e identità o si tratteggiava un viaggio nell’Italia estrema alla scoperta di aree produttive poco conosciute ed esplorate, grazie all’ Atlante degli oli italiani, un volume illustrato di Luigi Caricato, ideatore della manifestazione in oggetto. Costui ha disquisito con Rossella De Stefano, direttore di “Ristoranti” , “Bargiornale” e professionisti del settore oleario, sulla gestione dell’olio nella ristorazione per renderla più vantaggiosa, evitando, ad esempio, sanzioni di 8 mila euro per chi contravviene alla nuova norma sull’obbligo di tappi antirabbocco per salvaguardare l’integrità della bottiglie. Centrale è stata anche la presenza del CEQ, il Consorzio extra vergine di qualità, presente con diversi appuntamenti. Hanno impreziosito l’evento spettacoli sul libero arbitrio, di Tango argentino, concerti dell’epoca d’oro dello swing, del mambo e del cha cha, performance di body art e recital musicali come “Osti sull’orlo di una crisidi nervi”, tratto dal libro omonimo di Valerio Massimo Visintin, per raccontare il bizzarro mondo del food. Piacevole immergersi in questo effluvio di suggestioni che connotano uno degli alimenti principe della nostra ricca cucina mediterranea, "nutrendosi" di valenze formative di grande spessore culturale.
Giuseppina Serafino
Commenti
Posta un commento