
Giornalisti in sella alla bici, divenuti “cicloturisti per caso” in località alpine di incommensurabile bellezza.
L’occasione è stata un educational tour teso a far conoscere la
cicloviadell’amicizia che da
Monaco conduce fino a Venezia , 3.000 metri di dislivello, su un suggestivo
percorso di 560 km, di cui circa la metà ,
effettuati con mezzi dotati di pedalata assistita. Quindici i comuni interessati con lo scopo di

promuovere il Bike tourism, valorizzando
nel contempo, le molteplici risorse dei territori transfrontalieri in un
progetto finanziato dai programmi comunitari interregionali IV Baviera_Austria ed Interregionale Italia-Austria 2007-2013.
Fra i molteplici obiettivi perseguiti vi
sono quelli di connettere le ciclovie
esistenti lungo l’asse sopracitata, in una segnaletica comune e la costituzione
di una rete di

soggetti, locali e internazionali, che si
adoperino in sinergia, per l’elaborazione di un prodotto
turistico funzionale. Si va dalle Prealpi bavaresi attraverso il
Tirolo del nord,
dalla Valle dell’Isar al cuore delle Dolomiti per arrivare alla splendida città
lagunare; cinque regioni, tre zone climatiche e tre stati attraversati:
Germania, Austria, Italia.
Un viaggio affascinante fra culture,
tradizioni e suggestioni paesaggistiche ad ampio
raggio.

Mercoledì 15 luglio 2015, il gruppetto di cronisti ha avuto
modo di visitare il centro storico di Monaco, la “metropoli con il cuore”, gustando specialità culinarie in un locale tipico, per
poi pernottare presso l’
H’Otello in
Kaiserstrasse. Al mattino del giorno successivo, partenza
in bici per
Bad Tolz con soste panoramiche lungo le strade della Baviera, una capatina al
museo Swarovki e ad Hall nel
Tirolo,

accompagnati da condizioni metereologiche caratterizzate da una
fastidiosa pioggerella. Sono stati circa
60 i chilometri percorsi per arrivare, dopo Fortezza, nella Val d’Isarco, il cui capoluogo è l’incantevole
Vipiteno, a metri 948, membro dell’
Associazione “Borghi più belli d'Italia, accolti dalle autorità che si
sono prodigate in un

effluvio di convenevoli
e di preziose
informazioni sulla storia locale. Ognuno di noi, seppur provato, rivolgeva sguardi ammirati alla eleganti case ornate di
fiori policromi, alle insegne in ferro battuto delle locande ma, soprattutto,
alla Torre delle

Dodici, risalente al 1468 e che si erge in fondo alla centrale
arteria pedonale, per un’altezza di 46 metri, dividendo l’agglomerato abitativo
in Città Vecchia e Città Nuova. Di particolare pregio architettonico è la
Chiesa di Santo Spirito, un vero e proprio gioiello tardogotico che nel
Medioevo dava alloggio a forestieri e pellegrini e della Madonna della Palude. La
statua di S. Giovanni Nepomuceno,
posta
di fonte al Municipio, protettore della
alluvioni, pareva volesse rassicurarci all’udire dei tuoni allorchè dai tavolini del bel ristorante
Vinzenz
con stoviglie in mano ci siamo recati strategicamente all’interno, augurandoci
clemenza per le restanti giornate del
press tour. Curiosa l’idea che Vipiteno possa essere sulla bocca di tutti però,
più che per la sua cultura artistica, e per le sue miniere, per la produzione
dello yogurt presso la su Latteria sociale, fondata nel 1884, e per la
festa di metà settembre , con una tavolata di 400 metri, all’insegna di 30

specialità di canederli di ogni sorta. Ci
accontentiamo di un sonno ristoratore presso il centralissimo
hotel Lilie e al
mattino del secondo giorno, dopo le foto di rito, si arriva in pullmino a
Monguelfo e poi via in sella verso
Castelpietra e il lago di Braies, dalle sfumature verde smeraldo, perla delle
Dolomiti, per questo considerato
patrimonio umanitario dell’Unesco. Non si finisce mai di ammirarlo e di conservarne la memoria con scatti fotografici da differenti angolazioni, posando per qualche attimo la bici accanto alle staccionate lignee che lo contornano . Che emozione pedalare sulla

“
Lunga viadelle Dolomiti” , una pista ciclabile costruita lungo il tracciato della vecchia ferrovia, costruita durante la Prima Guerra Mondiale e dismessa nel 1964, dove incontriamo personaggi bizzarri

,come la ragazza ciclista con cagnetto nello zaino e il sciur sulla bici, con annesso
pannello solare, che esibisce con noncuranza quasi fosse una banale tavola da surf. (Prosegue..:)
Giuseppina Serafino
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