


Inizio di stagione
autunnale con scampoli estivi che
scaldano gli umori di un centinaio di docenti delle scuole milanesi guidati
dall’associazione
Panda Trek alla scoperta delle
Cinque Terre. L’intento è
quello di diffondere la cultura del viaggio nelle nuove generazioni in tutte le
sue accezioni, privilegiando l’escursionismo. Si arriva a Levanto indugiando con lo sguardo
sul territorio circostante per carpire quei misteriosi effluvi che secondo la comune vulgata rendono unico l’angolo di Paradiso che si
schiude dinanzi. Terrazzamenti e vegetazione rigogliosa fanno da cornice a
colorati agglomerati di casupole che si
ergono su speroni di roccia a picco sul mare, magicamente sospesi come a voler scrutare le onde marine, alla
ricerca di echi leggendari che restituiscano quel sapore di vita semplice che
li ha generati.
Vernazza, fra i
primi cento borghi più belli d’Italia, risulta caoticamente assediata da
turisti di ogni sorta, il cui motore vitale sembra quello dell’andirivieni
compulsivo fra scatti fotografici e approvvigionamento di vettovaglie nei
negozietti che sprigionano profumi di ogni sorta. La piazzetta è come un
salotto con tavolini e ombrelloni di ristoranti e trattorie che si contendono
il primato della tipicità ligure fra salsa di pesto e fritto di pesce, dinanzi
alla chiesa di S.Margherita d’Antiochia e a minuscole barchette. Stupiscono le
decine di artisti che stazionano sul molo per ritrarre il paesaggio su tele
appoggiate a cavalletti, quasi fosse un contest in cui freneticamente cimentarsi prima di una
catastrofica scomparsa. Il pensiero
corre alla drammatica alluvione



del 25 ottobre 2011, ricordata da pannelli
posti sotto la stazione ferroviaria ma soprattutto evocata dagli intonaci consunti dei policromi edifici costellati di finestrelle socchiuse come occhi stanchi e rassegnati. I panni stesi sventolano forse come vessilli protesi a manifestare una ritrovata serenità fra il sole caldo che crea riflessi argentei sulla distesa marina e il cielo straordinariamente azzurro, foriero di un condiviso messaggio beneaugurale. I “prof “si aggirano disorientati alla ricerca di elementi consoni alla loro quotidiana visione del reale, perdendosi fra souvenir e prelibatezze da elargire come conquistati trofei. Si sorride dinanzi agli stereotipi, involontariamente prodotti, di comportamenti solitamente consoni ai loro discenti: scarsa capacità di ascolto, caoticità, refrattarietà al perpetrato sforzo, tendenza a smarrirsi fra la folla. In treno si raggiunge
Manarola ,
avvertendo fra la miriade di visitatori, la sensazione del succo di Bacco nel
periodo della vendemmia, ovvero: l’imbottigliamento claustrofobico. Nonostante tutto è delizioso osservare le barche poste sulla via principale come a testimonianza di un glorioso passato marinaresco della
pittoresca località. Tutte le abitazioni hanno due entrate: una sulla facciata
a livello del vicolo, l’altra sul retro all’altezza della strada superiore,
struttura che, nel 1500 garantiva una via di fuga in caso di attacco da parte
dei saraceni. E’delizioso aggirarsi fra i
vicoletti di questi borghi, inerpicandosi su tortuose scalinatelle su cui si affacciano usci consunti o inferriate
che paiono nascondere misteriosi segreti. Forse sarà questo il messaggio che i
docenti, di ritorno dalle Cinque Terre, recheranno nei loro cuori : il gusto di
perdersi nei meandri di una ritrovata
interiore pace interiore, fra l’odore salmastro del mare e l’asperità di rocce
addolcite dal caldo abbraccio di una rigogliosa macchia mediterranea che
accarezzano lo sguardo e che invitano fiduciosamente ad amarli.

Giuseppina Serafino
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