

Al
Palazzo della Ragione è stata inaugurata la mostra “Henry
Cartier Bresson e gli altri”, promossa
dal
Comune di Milano Cultura, con Civita, Contrasto ,
GAmm Giunti, e curata da
Giovanna Calvenzi, chiude il percorso dedicato all’Italia nell’anno di
Expo2015. Dopo le suggestioni di un Paese ritratto da fotografi italiani, si è
giunti ora alla seconda parte di un articolato progetto che contempla la
visione del Bel Paese da parte di maestri della fotografia di fama internazionale: da List a Salagado, da Newton a Mc Curry. Oltre ai 35 artisti presenti, il fulcro dell’esposizione è caratterizzato da un itinerario di 20 fotografie di
Henry Cartier Bresson, dagli anni ’30 in poi. Affascinante il reportage di Robert Capa al seguito delle truppe durante la campagna d’Italia del 1943, l’elegante rilettura del mondo della fede da parte di David Seymour e il fascino esercitato da un’Italia minore su Cuchi White, ancora studentessa di fotografia. La visione umanista si imbatte nelle suggestioni classiche di Herbert List o nella destabilizzazione della visione di William Klein e nel suo provocatorio racconto di una Roma del 1956.


Lo sguardo si perde sui
sublimi

chiaroscuri di Sebastiao Salgado che ha ritratto magistralmente l’epopea dei pescatori delle tonnare in
Sicilia. Un’ intensa
nota poetica contraddistingue il viaggio di Claude Nori che ripercorre le
tracce dei ricordi sul litorale adriatico alla ricerca di radici familiari ma
anche l’insolita immagine di Helmut Newton che
in “72 ore a Roma”ricrea una passeggiata notturna nel centro monumentale
della città. Ci sono poi le molteplici sperimentazioni di differenti linguaggi
come quella di Abelardo Morell, che utilizzando
le tecniche del foro stenopeico, crea visioni nelle quali interni ed esterni si
sommano, Gregory Crewdson riscopre la fotografia in bianco e nero per
restituire il sapore di Cinecittà, Irene Kung, tramite un’atmosfera onirica,
ritrae invece il passato e il presente di una Milano accattivante. Un quarto
itinerario è quello del “linguaggio documentario” di Paul Strand che con Cesare
Zavattini ha celebrato la civiltà contadina di
Luzzara, un piccolo centro
dell’emiliano. A cinquant’anni di distanza Thomas Struth ritrae il centro storico
di
Milano e Joan Fontcuberta esalta le
curiosità dei

gabinetti scientifici di
Bologna e
Reggio Emilia. Vi sono poi
autori che rileggono gli aspetti positivi del nostro Paese come Joel Meverowitz
che esalta le luci magiche della Toscana con il contributo di Maggie Barret, e
Steve Mc Curry a
Venezia, affascinato dall’alchimia estetica fra persone e ambiente, Martier Parr indugia
su turisti che si autoritraggono sulla costiera amalfitana. Il gran tour è idealmente chiuso dalla narrazione autobiografica di Nobuyoshi Araki, anche lui
ammaliato dal fascino di Venezia con le maschere di Carnevale. Sophie Zenon,
ripercorre la storia della sua famiglia costretta ad emigrare e i luoghi di
provenienza, ed infine ElinaBrotherus,

con i suoi autoritratti nel paesaggio, richiama il bellissimo
autoritratto di Henry Cartier Bresson
che aveva dato il via a questo intenso viaggio, ricordandoci che:”La fotografia è una mannaia che nell’eternità coglie l’attimo che l’ha
abbagliata”.
Giuseppina
Serafino
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