A novant’anni dalla sua costruzione, l’
Albergo DiurnoVenezia, nascosto nel sottosuolo di Piazza Oberdan a Milano, è stato reso
visitabile dal
FAI (Fondo Ambiente Italiano) con un ciclo di aperture
straordinarie. A maggio il Comune di Milano aveva firmato con la sopracitata
Associazione una convenzione per il recupero e la valorizzazione di quello che
viene considerato un gioiello di
Art Déco, inaugurato nel 1926, su progetto di
Piero Portaluppi.



Si tratta di uno dei meglio conservati bagni diurni d’Italia
e uno dei pochi a non aver subito modifiche strutturali, ospitava terme, negozi
di barbiere, manicure, lavanderia e stireria, agenzia di viaggi e fotografo. Un
luogo in cui si sono incrociate storie di milanesi e di viaggiatori, che
affascina per le originali decorazioni e per gli oggetti, ancora chiusi nelle
vetrine, che rievocano la vita passata. Saranno intrapresi, in collaborazione
con enti e istituzioni, studi e ricerche da cui si partirà per
avviare un restauro che tenga conto, oltre che della preziosa architettura del
bene, anche della originale vocazione funzionale, nella quale risiede la chiave
per il suo prossimo utilizzo. E’ stata anche lanciata una campagna per la
raccolta di documenti e testimonianze “Diurno Venezia. In cerca di memoria”
attraverso la pagina Facebook FAI-Albergo Diurno Venezia. In pochi giorni si è registrato un grande successo di visitatori, desiderosi di accedere a un
bene di inestimabile valore storico e artistico.



Giuseppina Serafino
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