


L’escursione inizia con una fitta nebbia che sale agli irti
colli, in quella che sarà una calda
giornata novembrina inneggiante alla vitale energia della leggendaria estate
di San Martino. Ci si incammina fra profumi di vigneti e di frutti autunnali:
cachi e melograni, che pendono come gioiosi trofei dai rami di alberi che si
configurano come elementi di contrasto cromatico dinanzi ad uno sfondo patinato
da acquerello d’autore.Paesaggi
collinari a metà strada tra le Alpi e il
mare, resi celebri dalle pagine di autori come Pavese e Fenoglio, le
Langhe sono una zona del Piemonte situata a cavallo delle provincie di
Cuneo e di
Asti, sono confinanti con altre regioni storiche come il
Monferrato e il
Roero. Risultano costituite da un esteso sistema di dolci pendii definito dal
corso dei fiumi Tanaro, Belbo, Bormida di Millesimo e di Spigno. Borghi
suggestivi come
La Morra,
Alba Canelli,
Santo Stefano Belbo Dogliani,
San
Donato di Mango si ergono, con le loro rocche , a baluardo di una
civiltà densa di valori e tradizioni secolari.

Si parte da quella che viene definita la capitale delle
Langhe,
Serralunga d’Alba, caratteristica
località arroccata in cima ad una collina, ai piedi di un castello fiabesco.
Percorrendo viottoli e strade sterrate in mezzo ad uno scenario intriso di
colori accesi, fra la ordinata geometria di innumerevoli filari d’uva, ci si
dirige verso
Monforte d’Alba,
passando per S.Bernardo e Collaretto. Rapiti dalla quiete innaturale che ci
avvolge, scendiamo sul fondovalle percorso dal piccolo rio Talloria di
Castiglione (m.300) per poi salire il bivio di Case Manera-frazione Le Coste
(m.430) e raggiungere il Castello di Monforte, con un magnifico panorama che
spazia sull’intero arco alpino nord-occidentale , dominato dall’inconfondibile
massiccio del Monviso. Lungo un percorso
agevole, ci ritempriamo con la dolcezza del sapore dei piccoli grappoli
di uva rimasti sui vitigni nonostante la
razzia della recente vendemmia, dopo circa tre ore di cammino, giungiamo a
Barolo per la sosta pranzo a base di formaggi e salumi tipici. Piacevole la gimcana fra orde
di turisti a caccia di sapori autentici
fra risotti al barolo, agnolotti del plin, dolci alle nocciole e pregiato
“succo di Bacco”.



Una capatina al
museo del Cavatappi e a quello del vino, in
cui il visitatore può interagire con sofisticati meccanismi per immergersi in
modo emozionale nella affascinante cultura
del vino. Estasiati dai colori innaturali
che ci avvolgono, ci dirigiamo a
Grinzane Cavour , dove fervono i preliminari
per l’attesissima asta mondiale del
tartufo. Incantevole anche
qui lo scenario vitivinicolo circostante e il gusto di memoria storica che
aleggia nel Castello Museo presso il
quale soggiornò, dal 1832 al 1849, Camillo Benso Cavour e dove sono custodite preziose testimonianze
di carattere etnografico.Si riparte per il rientro con il cuore denso di emozioni per
quel turbinio di immagini oniriche che hanno accarezzato i nostri sguardi,
felici per quel tripudio di sollecitazioni sensoriali che ci hanno inebriati,
restituendoci il piacere della semplicità in un raffinato contesto
paesaggistico di superba bellezza.

Giuseppina Serafino
Commenti
Posta un commento