
Un trek organizzato dall’associazione
Trekking Italia per promuovere l’arte del camminare nei discenti delle scuole milanesi. La destinazione scelta per avvicinare gli insegnanti

in qualità di

possibili traghettatori verso l’uso del cavallo di S.Francesco è la
Val di Mello. Si tratta di un luogo che, a detta degli esperti, risulta privo di difficoltà tecniche, e si connota come un libro aperto su cui leggere storie molteplici: aspetti naturalistici, come la geomorfologia e la vegetazione alpina, ma anche antropologia, con arte, miti e leggende, per arrivare ad economia e riconversione sostenibile. Anticamente nella valle vivevano numerosi nuclei familiari che provenivano dal paese di Mello, nella costiera dei Cèch, ed era una sorta di “campo base” del percorso di transumanza del bestiame. Da qui infatti le mandrie risalivano le

prosperose valli laterali per trascorrervi il periodo estivo. Si parte da San Martino, a quota 923 metri, per
dirigersi verso Cà di Corn e poi Ràsica a

quota 1148. Bellissimo il paesaggio con imponenti cime che si ergono a baluardo di un ambiente incontaminato fatti di alpeggi, di ruscelli con acque cristalline e ponticelli costituiti di semplici tronchi appaiati.

Ci si inebria con il profumo intenso della vegetazione umida che si piega al nostro passaggio quasi fosse un ossequio a novelli viandanti. Risalito
l’agevole tratto nel bosco, si percorre il fondovalle lungo un piccolo sentiero che costeggia il torrente Mello e attraversa, prati, pascoli e limpidi specchi d’acqua. Purtroppo il cielo si copre di nuvole minacciose che fanno scendere una pioggia fastidiosa che ci costringe a rifugiarci sotto tettoie di fortuna. Dopo una breve

pausa si scende verso Cascina Piana con una sosta al
rifugio Luna Nascente e poi di nuovo verso Cà di Corn e S. Martino, mentre ricompare nuovamente un tipiedo sole che ci fa notare come la valle presenti un tipico profilo a U e come le valli laterali si intersechino a pettine su quella centrale. Lungo la mulattiera selciata, usata come via principale per la transumanza, ci si imbatte nei caratteristici nuclei di baite storiche, cuore pulsante delle attività agricole e pastorali utilizzate un tempo dagli abitanti dl Mello, della
Costiera dei Cech, che qui avevano diritti sui pascoli. Si rimane incantati da alcuni specchi d’acqua trasparente che riflettono la vegetazione, dandoci l’illusione di trovarci in contesti alpini

dolomitici. Il silenzio è rotto soltanto dai nostri passi cadenzati e da qualche scampanellìo di mucche vaganti. Sulla stradina che riporta al paese ci si imbatte in alcune cappelle votive che affascinano come i dipinti sulle facciate di casolari che rammentano antiche leggende in cui esseri demoniaci la facevano da padroni, rappresentati per esorcizzare antiche paure o radicati pregiudizi. Si fa ritorno con il cuore denso
di emozioni per aver ripercorso le strade di mondi remoti che si ambisce a far rivivere per riassaporare il fascino di una vita semplice e densa di valori autentici.

Giuseppina Serafino
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