

Per il quarto anno consecutivo un gruppo di blogger e giornaliste è stato invitato al
Villaggio La Francesca per promuovere il
turismo secondo un’ottica femminile.
Proprio qui venne ospitata, Rita Mattei, l’inventrice della mimosa,
simbolo della Festa della Donna.


Ciò che ha immediatamente colpito di questo luogo, incastonato nella Liguria occidentale, è stata la straordinaria pace che lo contraddistingue. La Francesca deve il suo nome alla mulattiera
che nel medioevo consentiva di dirigersi
lungo la costa da
Portovenere alla Francia. Un angolo di paradiso tagliato via
dalle grandi vie di comunicazione, la ferrovia
risale infatti al 1880 e la
strada asfaltata vi arriva soltanto nei primi anni ’60. Un’oasi di vegetazione lussureggiante che si staglia a
picco sul mare, in un’area protetta di 16 ettari, all’interno del parco naturale regionale del Bracco-Mesco. Unico rumore percepibile,

lo
sciabordio delle onde, quasi

fosse un monito sinistro che rammenta la magica supremazia della dimensione onirica
rispetto alla piatta contingenza del
quotidiano. Lo sguardo avido spazia alla ricerca di contrasti cromatici fra
l’azzurro cristallino delle acque limpide che si infrangono sulle rocce e le
varie tonalità di colori pastello che contraddistinguono le 55 abitazioni disseminate fra pini
marittimi e pini d’aleppo. Il villaggio, si erge in una
conca che si schiude verso il mare con
tre piccoli golfi, tra
Bonassola e
Levanto; sorse più di 30 anni fa da un’idea alquanto innovativa di Gloria Bortolotti De Poli che aveva pregustato il
valore di un turismo a stretto


contatto con l’ambiente naturalistico. Magnifici
gli scorci panoramici che è stato possibile catturare passeggiando nei
territori circostanti fra borghi marinari e antichi agglomerati arroccati sui
pendii impervi delle affascinanti
Cinque Terre. Di questa esperienza rimarrà il ricordo di quel bellissimo tramonto all’arrivo, che infuocava la superficie marina, fra ombre inquietanti ma seducenti, che facevano perdere la cognizione del tempo e del vissuto, recuperando rinnovate energie che restituiscono significato all’inconsapevole fluire dell’esistenza. Resteranno saldi nel cuore ricordi di suggestioni incantevoli, come


quelle racchiuse in alcuni dolcissimi versi della sopracitata fondatrice
del
Resort La Francesca:
Volevo…la luna nel suo viaggio
Le stelle confuse alle lampare
o accese tra i rami della notte
Volevo il profumo del timo e l’amaro dell’assenzio e la libertà di camminar
per mano alla solitudine Volevo cancellare i confini della vita, in un orizzonte che si rinnova come il mare rinnova sugli scogli le sue dolorose carezze.”
Giuseppina
Serafino
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