"Le petit monde" di Torgnon



mantenute in ottimo stato. Il grenier, edificato su un
basamento di pietra, era un locale di conservazione di provviste; la parte in
legno di larice, è stata costruita con tavole di legno squadrate e perfettamente incastrate fra loro, senza l’uso di chiodi. Molto emozionante la visita che ci è stata gentilmente consentita dall’ assessore all’Agricoltura, Territorio e Ambiente, Roberta Gyppaz, che armeggiando con gigantesche chiavi, ci ha schiuso questi regni di antica storia con oggetti di uso quotidiano donati dalla gente di Torgnon. Un vero e proprio labirinto della memoria come quello posto proprio sotto le citate costruzioni , sollevate dal terreno con enormi funghi di muratura che avevano lo scopo di far areare le granaglie contenute. Tutto intorno spuntano casette di pietre diroccate o disabitate, ad eccezione di una (abitata tutto l’anno da un’unica famiglia) , quasi fossero muti baluardi di un prezioso regno in cui aleggia il sapore di un piccolo mondo antico che


escursione che dalle 10,30 del
mattino si protraeva fino alle 17 circa, dal Collet al lago Tsan, con 200 m di dislivello ed alcuni saliscendi. Il sentiero è panoramico e alterna boschi e radure dove si incontrano degli alpeggi, ancora utilizzati in estate per la


abbiamo sostato infreddoliti ,
mentre pranzavamo al sacco, provando l’ebrezza della nevicata e del freddo in una giornata soleggiata. Magnifico scendere planando con lo sguardo sui boschi di larici dai colori giallognolo dorato, dopo aver avvistato alcuni cervi che indugiavano a poca distanza dalle imponenti pareti rocciose. Assolutamente riposante il clima che si assapora in questo contesto ambientalistico di notevole pregio e che garantisce una completa interazione con una dimensione improntata ad uno stile di vita dinamico e alimentato da valori autentici. L’auspicio è quello che molti possano sperimentare questa oasi di benessere naturalistico a Torgnon,valorizzandone appieno le molteplici opportunità che offre nei differenti periodi che la rendono una meta decisamente unica.
Giuseppina Serafino
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