La Puglia rurale incontra l’arte a Milano

Il Pane di
Altamura è l’alimento simbolo della cultura agropastorale dell’Alta Murgia la
cui prima testimonianza scritta, risale addirittura al I secolo a.C, infatti è
il poeta latino Orazio a menzionarlo nelle proprie Satire, dove lo definisce
“il pane migliore del mondo”. Il caciocavallo è un formaggio stagionato a pasta
filata di forma tondeggiante, a “sacchetto”, prodotto con latte di vacche
podoliche, con l’aggiunta di solo caglio, fermenti lattici e sale. La presenza di piante aromatiche dove si è
nutrito l’animale caratterizza le sue note aromatiche e i suoi profumi; il suo nome sembra derivare dall’uso di
appendere le forme fresche, legate a coppie, a cavallo di una trave per farle
essiccare. Un’altra ipotesi deriva dalla consuetudine dei pastori nomadi di
cagliare direttamente nei campi il latte munto e di appendere le forme di
formaggio, in coppie, a dorso dei cavalli per venderli o barattarli nei paesi
attraversati.


Il suo gusto è più dolce rispetto
alle altre e si distinguono i sentori erbacei ed aromatici. Sotto l’aspetto
nutrizionale è ricca di ferro e carboidrati, ma è facilmente digeribile grazie
alla presenza di molte fibre, sali minerali e vitamine.
Le scaldatelle o
scaldatelli sono dei taralli bolliti, realizzati con farina di grano, uova,
olio, sale e semi di finocchio.In commercio se ne trovano varietà al peperoncino, al
pepe nero, alla cipolla, alle olive e al
sesamo. la tradizione voleva che si preparassero in casa, durante le

Giuseppina
Serafino
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