Sono iniziate da poco le tante celebrazioni per il 700
anniversario della morte di Dante Alighieri, Padre della Lingua italiana, in
molti dei luoghi a lui cari, da Firenze città natale, a Ravenna, ultima sua
dimora. Non ci sono notizie certa sull’arrivo di Dante in quest’ultima, anche
se si sa che egli accettò l’invito del
Signore della città, Guido Novello da Polenta che gli offrì la possibilità di
terminare la stesura della sua Commedia. Ciò avvenne dopo che il
Sommo poeta
aveva soggiornato a Verona alla corte di Cangrande della Scala. Ad
accompagnarlo pare fossero la figlia
Antonia, poi monaca con il nome di suor Beatrice nel monastero di Santo Stefano
degli Ulivi, e i figli Pietro e Jacopo. Sono tanti i luoghi di Ravenna che
conservano la memoria di Dante ed in particolare nella zona del Silenzio che
comprende : la Tomba del poeta, il Quadrarco di Braccioforte, la chiesa di San
Francesco e il complesso
conventuale francescano. Nella Ravenna trecentesca sono ancora visibili le tracce di Dante anche presso le case dei Da Polenta e quella dei Traversari, famiglie ricordate
nella Commedia; vi è poi la pineta nei
pressi della città, citata nella descrizione del Paradiso terrestre, nel canto
XXVII del Purgatorio; inoltre sono da annoverare anche i monumenti tardo
antichi che ospitano i mosaici. Nel 1321, durante un’ambasceria a Venezia, per
conto di Guido
Novello, il poeta contrasse una gravissima febbre malarica che lo costrinse a tornare a Ravenna, dove
morì nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1321, a 56 anni. I suoi funerali
furono celebrati nella basilica di San Francesco e il suo corpo venne collocato
in un sarcofago in marmo all’esterno della chiesa. I fiorentini che fin dal
1380, avevano espresso il desiderio del ritorno delle spoglie di Dante nella
loro città, rinnovarono la loro richiesta nel 1515 e nel 1519
con il benestare
di papa Leone X, ma la delegazione giunta a Ravenna trovò il sarcofago vuoto. Le
ossa erano state trafugate dai francescani che non volevano cederle a Firenze.
Nel 1810, dopo la soppressione degli ordini religiosi, i francescani
abbandonarono il convento e nascosero le spoglie. Queste ultime vennero
fortuitamente ritrovate, in una cassetta con l’iscrizione “Dantis Ossa”, in una
delle pareti del Quadrarco di Braccioforte durante alcuni lavori
di risistemazione
dell’area, nel secentenario della nascita di Dante. Le ossa furono traslate nell’attuale
Tomba, in un piccolo tempio a cupola in stile neoclassico, eretto fra il 1780 e
il 1782, su progetto dell’architetto ravennate Camillo Morigia da poco restaurato, per il sette centenario della
morte di Alighieri. Suggestivo il progetto “L’ora che volge al disio”: tutti i giorni, da settembre a marzo, sarà
letto presso la Tomba del sopracitato un
canto della
Commedia, permettendo a chiunque lo desideri di cimentarsi nella
lettura di questa straordinaria opera della cultura italiana. Sono quindi molteplici le ragioni che possono
spingere a visitare la bella città romagnola finora conosciuta come “capitale
dei mosaici”, pregevoli testimonianze dell’arte bizantina.
Interessante , scritto bene , scatenando curiosità e rispondendo alle naturali domande che crea , bello decisamente bello
RispondiEliminaDecisamente molto gentile, grazie!
Elimina