“Il dio degli Incroci. Nessun luogo è senza genio”
…da cui si apre una
vista sul Tavoliere delle Puglie, che raggiunge il Gargano…è una vista
incredibile che apre il cuore e svela l’anima di quel luogo ”. Lo scrittore sostiene
che l’incrocio è un luogo, ma non è un luogo qualsiasi. E’ una discontinuità
nel tracciato in cui si aprono possibilità: puoi cambiare percorso, devi
attraversarlo. Hai delle scelte, accade o potrebbe accadere qualcosa”. Quante
volte durante i miei viaggi alla ventura, mi è successo di cambiare strada, di guardare oltre il
cancello arrugginito di una casa abbandonata, di prendere una
direzione che ha
schiuso orizzonti incredibili in un posto che avevo definito poco
significativo. Pur non potendo vantare le medesime abilità come l’alpinismo
e i lunghi viaggi per le località più disparate del mondo, ho apprezzato la determinazione dello scrittore nell’
avvalorare il concetto di Genius loci, ovvero per ciò che contraddistingue
l’essenza dell’ambiente esperito e che deve essere scoperto per conoscere
veramente l’ambiente da noi visitato. Un libro che è una sorta di diario che
raccoglie frammenti di viaggio ma, soprattutto, riflessioni di carattere
antropologico, citazioni mitologiche, meditazioni su aspetti psicologici dell’esistenza. L’autore
spazia da Plotino a Jung, da Platone e Bachelard, dai miti greci alla cultura
sapienziale cinese. Mi sono piaciuti moltissimo i brevi flash sui luoghi più
disparati visti con occhi disincantati una “New York di sera al centro di quel
luogo straordinario e indescrivibile che è Times Square, sono rimasto a fissare
lo spettacolo ipnotico delle mille luci danzanti”, oppure ”Quando ci affanniamo
tra le colline toscane o il mercato di Marrakech per assaggiare i sapori tipici
del
sentito sulla pelle,
la stoffa ruvida su cui è intessuta la vita dell’uomo tradizionale. Una stoffa che abbiamo raffinato sempre di più e
che dobbiamo tornare a rivestire, se vogliamo rivedere il dio dei luoghi”. L’auspicio è quello che , in ogni
esperienza di viaggio e di vita, si
possa sempre ritrovare il Genius loci, ricavandone una piacevole sensazione di appagamento come
quella che deriva dalla lettura del
libro sopracitato, a cui auguriamo l’ampia diffusione che merita.
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